Traguardi ambiziosi a cui però serve un cambio di paradigma: «Il fattore comune negli investimenti filantropici, che va a loro detrimento, è che purtroppo non sono sostenibili perché si basano su donazioni: arrivando da cittadini e pubblico sono soggetti a volatilità assoluta — osserva Sofia —. Allora come assicuriamo un futuro a questi progetti? Con collaborazioni allargate a tutte le parti interessate e a tutti gli stakeholder. Solo a quel punto arrivano le trasformazioni».
Ecco perché Fondazione Cdp sta valutando di spostare le modalità di finanziamento: «Potremmo agevolare la sperimentazione della finanza di impatto con l’obiettivo di coinvolgere altri attori in grado di diventare finanziatori continuativi». Quindi non più semplici erogazioni a fondo perduto, ma finanziamenti a leva in cui possano confluire anche le risorse di altri investitori per dare vita a iniziative in grado di sostenersi e creare ricchezza. «Chi si occupa di filantropia di impatto sta testando diverse modalità, dalla teoria del cambiamento al social return on investment».
Il concetto di impatto ha particolarmente valore quando ci si impone di lavorare su problemi come la questione di genere e l’inclusione sociale. «Il periodo della pandemia ha avuto un impatto negativo “molto democratico” su tutte le categorie, ma sulle donne ha pesato un onere addizionale dovuto all’extra lavoro in casa: sono lavoratrice e madre e l’ho sperimentato sulla mia pelle», ricorda la direttrice.
Non bastasse, a certificarlo è arrivato anche il World Economic Forum: su un totale di 146 Paesi, nella classifica globale sul divario di genere, il nostro Paese nel 2023 si piazzato al 79esimo posto, perdendo 16 posizioni. Fondazione Cdp sta perciò promuovendo progetti ad hoc per avvicinare le ragazze all’imprenditoria e al Terzo Settore anche attraverso modelli femminili di riferimento che possano ispirare le giovani generazioni alle professioni Stem (science, technology, engineering and mathematics). Ad esempio «Operazione cielo», che consiste nel finanziamento di un tour educativo sulla scienza per i giovani e che vanta una collaborazione con l’astronauta Samantha Cristoforetti. O «Sweet», un percorso di reinserimento socio-lavorativo per donne in fuga dalla guerra in Ucraina attraverso gli sportelli di ascolto in Calabria, Puglia e Basilicata. «Come misureremo questa grande operazione di cambiamento culturale?», si chiede Sofia. «Quando non ne parleremo più, quando avremo affrancato donne da una posizione subalterna negli ambiti che oggi occupano».
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